Hebocon

Ricordate quel programma televisivo in cui micidiali robot combattenti si contendevano il titolo di robot più distruttivo del mondo?

Un Hebocon è più o meno la stessa cosa, ma i robot che vi partecipano sono meno micidiali, meno distruttivi e decisamente meno tecnologici. Spesso sono realizzati con materiali di recupero e vecchi giocattoli assemblati in modo creativo con nastro adesivo, spago e colla a caldo. A dirla tutta sono robot “heboi”, robot che fanno – letteralmente – schifo. Le sfide tra queste tipologie di robot sono però persino più avvincenti di quelle della televisione, e con regole molto semplici: il primo robot che perde l’equilibrio o che esce dall’arena è sconfitto.

Il successo di questo tipo di evento risiede principalmente in due aspetti fondamentali: da una parte la natura fallace e assolutamente non tecnologica dei robot aiuta ad abbattere il timore di cimentarsi con una disciplina complessa e sofisticata; dall’altra l’approccio proposto per la costruzione dei robot rappresenta anche un ottimo modello formativo che ricalca per molti aspetti quello del Tinkering, un metodo di sperimentare la scienza e la tecnologia attraverso della attività che valorizzino e stimolino la creatività, la capacità di problem-solving e di indagine di ciascun individuo, sviluppato dall’Exploratorium di San Francisco e che rappresenta oggi la frontiera dell’apprendimento informale.

Abbiamo portato questo format per la prima volta in Italia durante il Wired Next Fest 2018 e lo abbiamo proposto alle aziende sia per i propri eventi interni. Recentemente, in collaborazione con The European House, abbiamo coinvolto 600 nuovi talenti di Leonardo Company nella suggestiva sede della Scuola militare aeronautica “Giulio Douhet” di Firenze. È stato uno dei più grandi Hebocon mai realizzati!

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